sabato 27 giugno 2015

DAL BASSO#6 - L'invenzione di Morel - Emidio Greco -1974



È difficile descrivere a parole un'opera come L'invenzione di Morel, atipica in maniera quasi disturbante, irrazionale nel complesso della cinematografia italiana (e non solo?) contemporanea. Emidio Greco (di cui ho visto solo Una storia semplice, buon film) dirige nel 1974 quello che, nelle intenzioni, vuole essere un adattamento, il migliore dei possibili adattamenti, come sempre, nonché l'unico in questo caso, del romanzo di Adolfo Bioy Casares.

VISIONI#24 - Bully



Bully, 2001, è il terzo film di Larry Clark; per posizionarlo all'interno della sua filmografia, è post Kids e pre Ken Park, i due film più famosi. L'inizio è subito clarkiano, giovani, sesso dappertutto, primi piani stretti e curiosi. È personale, come sempre, è suo, una firma ingombrante ed estremamente riconoscibile, con un pretesto di trama, un omicidio, dei colpevoli, degli innocenti (?).

venerdì 19 giugno 2015

DAL BASSO#5 - 5 Bambole per la luna d'agosto - Mario Bava - 1970



Non è un film pienamente riuscito, lo stesso Bava lo considera uno dei suoi peggiori, questo 5 bambole per la luna d'agosto del 1970 (a cominciare dal titolo), eppure, come al solito, un film del maestro italiano ha sempre numerosi motivi di interesse. Innanzitutto il suo fascino decadente, quasi kitsch, con dei personaggi svuotati e stereotipati, il cui motivo di attrazione risiede proprio nell'assenza di costruzione, di studio caratteriale, di verità.

mercoledì 17 giugno 2015

VISIONI #23 - Performance - Sadismo



Nel 1968 (uscirà due anni più tardi), Donald Cammell (produttore, autore, co-regista) e Nicolas Roeg dirigono questo cult allucinato e moderno nonostante i quarant'anni ormai trascorsi; Performance (Sadismo è il titolo italiano, superfluo ogni commento) è un racconto contemporaneo (quasi in diretta) dei cambiamenti della società, delle città, della musica di fine anni '60.

lunedì 15 giugno 2015

VISIONI#22 - Blackhat



Premettendo che Michael Mann ha molti meriti, e forse enormi, i meriti, nel campo action-cinema di genere-americano tout court, inizierò elencando le cose che di Blackhat, sua ultima opera, 2015, flop annunciatissimo, non mi sono piaciute: la colonna sonora, o meglio lo score, la cui paternità pare dubbia, ci sono state delle diatribe a proposito dell'utilizzo o meno di buona parte della produzione specifica per il film di Hatty Gregson-Williams (paternità accettata da Atticus Ross e, a sorpresa, da The Haxan Cloak, wow! sembrerebbe, eppure Michael Mann si diverte a tagliare e incollare a suo piacimento brani e pezzi, regista vero in un mondo finto, e il risultato è un disastro); l'uso di più camere differenti: apprezzo la scelta di andare fully digital, ma nelle sequenze di azione più pura sono evidenti inquadrature e intere scene a risoluzione più bassa, quasi televisiva, e la fluidità ne risente, così come il livello della fotografia, per il resto estremamente alto (come al solito); gli attori, dio!, gli attori, banale eppure vero, o forse sono i dialoghi, insomma, i dialoghi e/o gli attori, incapaci di o soggetti a, insomma, il punto è questo.

venerdì 12 giugno 2015

VISIONI#21 - Lola - Donna di vita



È un film incredibilmente vitale, Lola di Jacques Demy (in italiano, Donna di vita, dio!, manco fosse un dramma russo e lacrimoso degli anni '20 su una prostituta religiosa e le sue difficoltà, titolo orribile), vitale e divertito, gioioso, raffinato. Non è un musical, genere per cui Demy, qui al suo primo lungometraggio, diventerà noto, eppure la musica ha estrema importanza: l'Allegretto di Beethoven, il jazz dappertutto, musica, champagne, la bellissima sequenza cantata, ballata, interpretata da Lola, Anouk Aimée.

giovedì 11 giugno 2015

VISIONI#20 - Dance Party, USA



C'è una certa idea di cinema nel percorso di Aaron Katz, evidente anche nel successivo Quiet City, per cui ciò che vediamo non è importante quanto quello che ci viene raccontato (esplicitamente ed implicitamente) e in cui chiunque ha una storia e, di conseguenza, merita attenzione totale.

martedì 9 giugno 2015

DAL BASSO#4 - La donna del lago - Luigi Bazzoni, Franco Rossellini - 1965



1965, quindi qualche anno prima del vero e proprio sviluppo del giallo all'italiana, dei topoi, dei simboli dell'occulto, del sangue e delle droghe (e del J&B). Infatti, La donna del lago rifugge sin dall'inizio le convenzioni (non ancora nate): è differente con il suo bianco e nero, ancora fortemente legato al passato; è differente per l'assenza totale di violenza, solo qualche inquadratura rapida, casta, a fatto avvenuto, con la morte sempre fuori dalla scena, l'atto, perlomeno.

domenica 7 giugno 2015

VISIONI#19 - Funny Ha Ha



È iniziato e mi sembrava di vedere Stranger Than Paradise di Jarmusch, per il parlarsi addosso, per i luoghi, per il ciondolare in giro, il fare discorsi non importanti.

mercoledì 3 giugno 2015

VISIONI#18 - A stolen life - L'anima e il volto



È un discreto film, nulla di più, forse (?), anche se i primi venti minuti, fino alla comparsa della sorella, della seconda Bette Davis, di quella cattiva e pericolosa, sono scialbi, insignificanti, quasi da buttare. È la monotonia da cui Bill, un passivo Glenn Ford, vuole scappare, l'assenza di "crema sopra la torta"; se è tentativo cinematografico volontario è reso alla perfezione.

VISIONI #17 - Quiet City



Quiet City di Aaron Katz è palesemente parte del mondo indipendente statunitense, del mumblecore e delle camere a mano, esageratamente a mano. Sono 78 minuti, rarefatti?; 24 ore (forse qualcosa in più) in 78 minuti, quindi non rarefatti, assolutamente, eppure è questa l'impressione, dovuta al non calcare sulla trama, non forzare svolte innaturali, ma, finalmente, respirare.
Copyright © 2014 Direzione Cinema