venerdì 10 giugno 2016

TELEVISIONE #9 - The girlfriend experience Season 01



Quando ho visto i nomi in ballo, e quindi Amy Seimetz, Lodge Kerrigan, da qualche parte Shane Carruth, e insomma Starz, e poi da qualche parte Sasha Grey e Soderbergh, ho subito pensato a quanto The Girlfriend Experience potesse essere una figata e allo stesso tempo un atto di sventramento del sistema dall'interno, qualcosa di rivoluzionario e postmoderno allo stesso tempo, e quindi grandi aspettative, enormi, malriposte, forse, ma enormi.


1. Entry



Ok, Riley Keough è assolutamente magnifica, e lo deve essere perché niente avrebbe senso altrimenti, e occupa gli spazi, lo schermo e anche il tempo in maniera fantastica. Riuscire ad avere una faccia talvolta JenaMalonesca e allo stesso tempo essere bellissima e inafferrabile non deve essere facile, e nessuno ha mai presupposto lo fosse, eppure Riley lo fa e pure magistralmente; la regia è di Amy Seimetz e quindi nessun dubbio sulla glacialità, sull'assenza di spiegazioni forzate di quello che fanno i personaggi e dei perché, sulla bellezza del non detto. Sesso, ovviamente, dappertutto e quasi mai mostrato (allo stesso tempo), perché questo ci impone il mondo che ci siamo costruiti e non si può distruggere tutto e subito; donne, e solo donne, perché gli uomini non pensano e nemmeno sanno di non pensare. Ecco, chiaramente, l'atmosfera è quella del pilot, e così la sospensione finale è accettabile e non puzza di cliffhanger, considerando poi che negli States l'episodio successivo è appena dopo la pubblicità, state seduti! Sorpresa positiva l'ottima Kate Lyn Sheil (Sun don't shine), per ora unico altro personaggio degno di nota, perché Christine - Riley si fagocita tutto, con la sua onnipresenza e con il suo magnetismo, e non c'è spazio per nessuno.

2. A friend




Credo sia fortemente condivisa, oppure no e un po' mi dispiace, l'enorme vacuità del tutto, ed è un bene, eh, sia chiaro, perché trova come riferimento quel Spring Breakers che è uno dei capisaldi del cinema dei dieci. Evolvendone il discorso, per forza, perché si invecchia velocemente nel mondo di oggi; e con molto, molto più sesso, e quindi contraddico il me del pilot, perché in questo secondo episodio c'è tutto e non si ha paura, no, mai. I campi sono lunghi, sempre, tranne che durante la rappresentazione degli atti sessuali, e quindi rapporti orali, scene lesbo, e quant'altro tutto da vicino; come se vedessimo bene Chelsea e solo in distanza, quasi sfocata, confusamente, Christine. Il motore di tutto sono gli sguardi di Christine, gli occhi aperti quando bacia un cliente, lei che sorride e ascolta, lei che cazzo cerca su Google informazioni. Sono la distanza che si prova da quello che succede sullo schermo e l'impossibilità di etichettare o dare giudizi morali, ma anche solo la difficoltà nel pensare all'esistenza di una moralità condivisa, e l'importanza di questa (ponendoci dunque in una situazione di pre-moralità), a rendere superba questa prima parte di serie. Perché, parlando più chiaramente, non si è mai vista una messa in scena così perfetta di alter-ego e non persone, di esteriorità e non interiorità, e finalmente, e giustamente, come se fosse la normalità. La prostituzione studiata come fosse un fenomeno scientifico.

3. Retention




Quello che uno definirebbe episodio di transizione (e mai come in questo caso, transizione di cosa?), anche se usare questo termine con The Girlfriend Experience è azzardato e ingannevole perché ci sono una così fitta complessità e uno strato così denso di livelli e significati e segni (in ogni singolo gesto in scena) che definire qualcosa risulta impossibile. Ormai freddo a livelli pazzeschi, tutto calcolato e in calcolo, tutto irraggiungibile, lo show di Seimetz - Kerrigan dimostra un'incredibile maturità e consapevolezza del mezzo e di quello che si vuole dire. Costruire una serie sugli sguardi di Riley Keough e farla funzionare non è roba per improvvisati. Detto questo (e detto anche che lo score Carruthiano spacca), la trama: Avery se ne va, Jacqueline e Christine litigano, Chelsea-Christine si scopre spiata e forse ricattata, David e Erin discutono di robe avvocatesche. Tutto un pretesto, insomma, per capire fin dove spingersi nella costruzione del personaggio, nella costruzione della realtà.

4. Crossing the line




Ecco Amy, finalmente, e poi tutto il resto, gran puntata, senza dubbio. O almeno quella che (finora maggiormente) accompagna ai personaggi e al mondo Chicago-iano (esco) e alla vita Christiniana una storia, un'evoluzione narrativa, concedendosi un'eccezione che non demolisce niente di quanto già visto, ma anzi fortifica la densità multiforme di materiali (intesa come realtà extralinguistica) descritta in precedenza. E poi Christine (o forse Chelsea) e David, blabla, Erin, Amy Seimetz, i soldi, gli occhi aperti, la sfida, la passione, le donne e le cinque del mattino, la notte, la distanza tra i corpi, il sesso, la cazzo di colonna sonora. Ora è da capire se si tratta o meno di un'eccezione, ma se anche fosse l'inizio di una storia (ahah), credo sarà gestita dal team in maniera estremamente contemplativa, quasi come se anche noi, come Christine, fossimo attori passivi di quello che succede, calcolando e reagendo all'intorno in meno tempo possibile. Per arrivare. Altrove. E finalmente, qualcuno che quando dice odio tutti non mente.

5. Insurance




Ed ecco anche Shane, in un ruolo veramente del cazzo, ma alla grande eh, alla grande. Bellissima la scelta iniziale, quella di far presagire la morte e poi farla avvenire fuori scena, raccontata con un garbo e una freddezza spaventosi. Sequenza veramente impressionante; così come incredibile appare lo scoramento di Christine (e non Chelsea) nella camera di albergo con Shane e moglie, incredibile per quello che era successo fino a quel momento. Non capire niente di ciò che prova la protagonista perché niente viene spiegato è uno dei grandi pregi della serie, l'implicito rimane tale, e l'esplicito pure. Niente forzature, niente finte impalcature linguistiche e comunicative. Quindi, gran finale di puntata: cosa farà Christine del video? E della registrazione? E con i soldi in eredità? È magnifico come non si possano prevedere le mosse di Chelsea e come sia quasi obbligatorio tenerla separata da Christine, quasi si stesse parlando di due persone differenti. Siamo quasi a metà, tutto funziona come nella vita, e quindi come nel cinema, e quindi alla perfezione.

6. Boundaries




Forse una delle cose più inquietanti che ho visto recentemente, se non la più inquietante, in cui la tensione cresce a dismisura senza mai rompere l'equilibrio, senza mai raggiungere il punto di non ritorno. C'è una scena bellissima in cui Riley Keough si dimostra una scoperta pazzesca: quella in ascensore, provate a farci caso, gli occhi e il modo e il corpo e la testa con cui si rivolge al cliente pazzo; è incredibile. Insomma, gran bella puntata, che si discosta dalle precedenti per chiudere il proprio ciclo narrativo (presumo, o al massimo nella prossima, anche perché non si può arrivare al dramma, tutto fuori dalle scene, sempre) subito; l'intorno si muove, non si muove, slow-paced si dice, e quindi diciamolo. Per chiudere, si aspettano solo gli sguardi di Christine per capire dove si va e dove non si va; capire, insomma, cercare di capire, perché, come già detto, mi aspetto evoluzioni narrative (inteso come?) spiazzanti.

7. Access




Come detto da Lodge Kerrigan negli extra, sono diversi i punti che possono essere ricondotti all'Access del titolo: i files di David, certo, ma anche l'intrusione dell'investigatore nella vita di Christine (e non Chelsea) per impedirle l'accesso (ancora!) all'eredità del cliente morto un paio di puntate fa, e poi le telecamere in casa per prevenire Jack e chissà chi altro, ed infine, la notevole scena in cui Christine cerca di scoprire se stessa, o forse Chelsea, osservandosi e tentando di capire cosa gli uomini trovano in lei. Bellissima la prima parte, lenta e disperata e quasi voyeuristica, raffinata e gross allo stesso tempo (lei e il tampone?); e gli sguardi e che ne sarà del video e della registrazione audio di David, e come (se davvero) se ne uscirà? È, a mio parere, una regia repellente e allo stesso invitante a magnificare il tutto, a rendere ogni singolo dettaglio un insieme coeso; ed è la grandezza della scrittura a permettere una favolosa incomprensibilità di fondo. Va gustata lentamente, questo posso affermarlo con certezza, perché ogni singolo episodio ha il suo peso e il suo tempo, e non c'è necessità di correre, e nemmeno di fuggire via.

8. Provocation




Che Provocation sia il passo appena prima di cadere nel burrone, la miccia prima di esplodere, è abbastanza chiaro. Notevole, alquanto, la costruzione della tensione che non è mai manifesta, mai, se non nell'esplosione di Christine in macchina dopo l'incontro con Jack. Adesso bisogna capire chi ha il coltello dalla parte del manico e chi pensa di averlo, e non sarà facile. La parte più interessante rimane, a ogni modo, lo sviluppo del personaggio di Christine - Chelsea Reade che rimane, nonostante qualche crepa sopra menzionata, imperscrutabile. La fine narrativa (fine inteso come modifica a uno status quo) sta arrivando e non sarà semplice la gestione fredda e calcolata e superba mantenuta fino ad ora; insomma grandi aspettative per l'episodio nove. La scena della chat è fantastica, chiaramente, ma ancor di più Christine che dice don't call me dear. Top.

9. Blindsided




Ovviamente, miglior puntata della serie ed uno dei vertici televisivi di quest'anno, se non il vertice, Blindsided si sviluppa seguendo gli intrecci narrativi da due punti di vista (insomma, alla Elephant), seguendo prima Christine e poi David e poi tutti e due, nell'unico punto di congiunzione possibile. Non si capisce assolutamente nulla di quello che Christine fa e/o prova (sempre ammesso che provi qualcosa, e quindi blabla e tutto il resto), e quindi non sappiamo assolutamente quanto finga e quanto sia vero ciò che dice di sentire. Incredibile, a dir poco, la scena in cui viene licenziata e la successiva uscita dalla stanza; come detto da Amy Seimetz, Christine, accortasi che sta per essere dimenticata e che la gente è già tornata a lavorare normalmente (quale video?), ha (finge?) una crisi di panico. Bellissimo, così come meraviglioso è lo sguardo finale rivolto a David. Mi ero sbagliato, piccola postilla finale, sul ruolo di Jack, il cliente stalker: dimenticato e sicuramente uscito di scena, certo, ma necessario motore dell'azione.

10. Available




Come se. prendendosi una pausa Chelsea da Christine (e non, straordinariamente, viceversa), anche noi dovessimo fare un'interruzione, e non è per niente facile; Toronto, siamo in Canada, quindi, è il luogo scelto per una piccola vacanza remunerativa. È notevole l'accento posto dalla coppia Kerrigan - Seimetz sulla noia che sta, pian piano, corrompendo Christine per quanto riguarda il sesso vero e proprio; c'è un notevole sviluppo, au contraire, sull'attrazione che Chelsea (Christine) prova per il controllo e, di conseguenza, sull'importanza che la masturbazione e il voyeurismo rivestono. Grandiose le scene in interni, maestosi i campi lunghi in cui la protagonista si muove, asettici come il suo stato d'animo; anche se, anche se, chiamano da Chicago, bisogna tornare, bisogna muoversi. Sempre pazzesco e imprevedibile lo sviluppo narrativo che ora dovrebbe avviarsi verso una fine (di cosa?); chi vincerà tra due maniaci del potere come Christine e David?

11. Fabrication




Non ho ancora parlato di Paul Sparks e un po' me ne dispiace, specialmente ora che siamo arrivati ai titoli di coda per quanto riguarda il personaggio di David; grande complessità, grande imperturbabilità, insomma ottima performance. E si nota tutto nella resa dei conti tra Christine e David, al ristorante, l'ultimo appuntamento: la tensione (sessuale e non) tra i due esplode in maniera feroce e disperata, quasi come se bisognasse arrivare al fondo di sé prima di svelarsi definitivamente. Grandiosa, anche se fin troppo esplicita per gli standard a cui ci ha abituato The Girlfriend Experience, la metafora casa di Christine - Chelsea e il suo lavoro (inteso come stato d'animo); e ora pochi sono ancora gli sviluppi narrativi possibili (ammettendo che ce ne siano stati finora), anche se grande attesa (per il sottoscritto) per l'esposizione della vita famigliare di Christine (e Chelsea?), il ritorno di Amy e il finale di tutto (di cosa? Possibile, probabile, un finale interrotto).

12. Home



Quindi, considerando la prima parte dell'episodio come la fine di David, e quale miglior finale se non quello di essere destinato a guardare di notte il sextape di Chelsea mentre i figli e la moglie dormono, si può dire conclusa anche la storyline del suddetto video (insomma, quello di Jack e Chelsea). La seconda parte è, al contrario, focalizzata sul ritorno a casa di Christine ed è oltremodo impietosa, oltremodo cattiva (nel senso di spietata, eh); I am who I am because of you dopo una tenerissima storia di quando si era piccine e tutto era più bello è la verità più grande che Christine potesse dire ai suoi genitori, tutti impegnati a santificare la figlia di Chicago con gli amici e pronti a riempire la sua camera di robaccia e a darle dell'egoista (anche se la parte sull'attenzione e il desiderio di è wow!). E poi, il collega della madre che ci prova con lei, tutto il mondo è paese, e home as in here, e mille altri piccolissimi dettagli fino ad arrivare al favoloso Are you scared? No. finale che chiude il cerchio, definitivamente, nonostante manchi un episodio, nonostante tutto possa ancora succedere.

13. Separation



Gran gran finale di stagione per The Girlfriend Experience, forse l'esperimento televisivo più audace e intelligente da parecchio tempo a questa parte (intelligente inteso come studio antropologico riuscito). L'azione è a distanza di mesi, senza dubbio, dalla fine dell'episodio 12 e Christine, ormai Amanda, è estremamente sgradevole, incredibilmente insopportabile, moralmente ripugnante (ahaha sono troppo cattolico). Seriamente, ripugnante perché ormai priva di interesse per quello che fa, impossibilitata a provare piacere eppure dipendente dal ruolo che ha e assume (nei confronti degli uomini) di dominatrice. Campi lunghi per la cena con Amy Seimetz (e favoloso selfie) e piani più stretti per lo scambio di sguardi con il potenziale cliente (come se gli uomini fossero solo questo). Christine studia francese in limousine e si pulisce il viso, fa giochi di ruolo impegnativi e sessuali (nonostante la sua comprovata asessualità), si masturba e trattiene il piacere. L'importanza del controllo su ogni cosa ha preso il sopravvento ed è tutto meravigliosamente diabolico e insopportabile; qualcuno ha detto Copia Conforme? Io, a un certo punto, sì. Ultima enorme nota di merito per Riley Keough, incredibile in un ruolo impossibile, al limite della sopportazione e molto oltre la normalità di ciò che si mostra al cinema e in televisione (penso per esempio al cumshot di un paio di episodi fa). Complimenti a tutti, wow!

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