lunedì 12 dicembre 2016

DAL BASSO#19 - Spasmo - Umberto Lenzi - 1974



La lettura della sterminata carriera registica di Umberto Lenzi è, in un certo modo, l'analisi stessa dell'evoluzione del gusto cinematografico all'italiana, e il boom del periodo lenziano '68 - '82 (circa) è sintomatico di un momento storico in cui fare film voleva dire osare, con cattivo gusto (non negativamente, eh), e sperimentare, senza vincoli alcuni.

domenica 4 dicembre 2016

VISIONI - Butter on the Latch



Josephine Decker, nella sua prima opera, è incredibilmente ambiziosa e sorprendentemente sicura di sé. Dirige ed edita, non si occupa della fotografia, ma del sound design sì; insomma, come da prassi del decennio in corso, è autore a tutto tondo, autrice (pardon), e lo è con naturalezza e, come detto sopra, incredibile autorevolezza. Ci sono molti corti precedenti, è vero, ma sulla distanza (70 minuti pieni pieni) si paga pegno, solitamente; ma andiamo con ordine.

mercoledì 9 novembre 2016

DAL BASSO#18 - Macchie Solari - Armando Crispino - 1975



Macchie solari (Autopsy il titolo inglese, e ci sta, senza dubbio) è il penultimo Crispino; unanimemente considerato il suo capolavoro (alla pari dell'Etrusco) per ambizione e complessità della faccenda, per intuizioni (narrative e non solo), uso dei personaggi (e attori), fascino e concretezza e coesione dell'insieme.

sabato 29 ottobre 2016

VISIONI - New Jerusalem



Nel 2011, Rick Alverson, ancora alla ricerca di se stesso (e ancora per poco, considerando il filmone che uscirà di lì a poco), ancora frontman del suo gruppo simil post-rock, scrive e dirige New Jerusalem; il titolo è una citazione dalla Bibbia, dal vangelo di Giovanni per la precisione, ed è incredibile come Alverson sia riuscito a costruire un intero film sulla possibilità o meno di un nuovo inizio, sulla religione e il rapporto con gli altri all'interno di essa, sull'America Oggi (lacrimoni) e condensarne il significato in due parole così esplicative.

venerdì 21 ottobre 2016

TELEVISIONE#12 - Easy



Easy è (molto e senza dubbio alcuno) joeswanberg-iana fino al midollo e più in fondo ancora, in ogni minima cellula possibile e rintracciabile. E come è giusto che sia, rispecchia la voracità e l'istinto del proprio creatore, il suo continuo muoversi e fare e disfare e spingere sempre sull'acceleratore, anche quando non ce n'è bisogno, anche se all'apparenza sembra sempre tutt'altro.

lunedì 10 ottobre 2016

VISIONI - A cara que mereces



Il primo lungometraggio di Miguel Gomes, A cara que mereces, contiene già i germi (ahaha, si dice?) di tutto quello che sarà il discorso futuro del regista portoghese (e mi manca Tabu, ovverosia il capolavoro del Gomes per la critica), sia per quanto riguarda la parte tecnica che quella strettamente di narrazione.
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