domenica 12 aprile 2015

VISIONI #3 - Operation Petticoat - Operazione Sottoveste



Alla fine, Operazione Sottoveste è quasi interamente riassumibile con la scena dei festeggiamenti di Capodanno, tutti abbracciati sopra il sommergibile rosa cantando Auld Lang Syne. Rosa inteso come colore da femmine. Femmine, non donne.





Gli effetti sonori, voglio partire dal fondo, sono datatissimi, retrò, dolcissimi. Provate a farci caso. Blake Edwards, qui in una delle sue prime prove da regista, prima di Colazione da Tiffany, prima del fortunato incontro con Peter Sellers, e tutto quello che ne è conseguito, gira questa commedia, è il 1959 addirittura, divertente, divertita, innocua, ed è un peccato. Perchè, in fondo, peggio di innocuo si può essere, ma come? Ricapitoliamo: ha Cary Grant abbronzatissimo, quasi marrone, che mostra tutti i suoi limiti in quello che non può e non deve essere un suo ruolo (la scena della piastra di capelli). Ma è Cary Grant, per Dio! Ha Tony Curtis nel suo periodo di maggior splendore, un film dopo l'altro, ricordiamolo, che attore pazzesco!, avrebbe potuto fare tutto, eppure... Di solo due anni prima, è il favoloso Sweet Smell of Success (Piombo Rovente), poi Trapezio, mio piccolo cult personale con Gina Lollobrigida, e Some Like It Hot, e così via, uno stato di grazia assoluto; la sua faccia da schiaffi, si dice così, era pazzesca, incontrollabile. Ha Joan O'Brien che è perfetta nel rappresentare lo stereotipo femminile pre rivoluzione sessuale. Due tette assurde, coperte sempre, e un ruolo marginale ma che pare da coprotagonista. Ha appena avuto una rumoreggiata storia con Elvis, è al culmine di una fama che la abbandonerà pochissimi anni dopo. Le premesse ci sono tutte; buoni caratteristi e una scrittura dei dialoghi all'altezza (1959).




Eppure non morde niente, è tutto inafferrabile ai giorni nostri, irraggiungibile, ma non solo: Blake Edward è lontanissimo, limitato da?, dai cazzi fluorescenti di Skin Deep e dal capolavoro Victor Victoria, ma anche dal prossimo Hollywood Party, prossimità temporale, beninteso, e non può essere Peter Sellers a scusarlo, non solo. E forse, come si diceva, è lì, in quelle canzoni tradizionali a tavola, in quella rappresentazione di qualcosa che non esiste più, e poco si vuole ricordare, nelle nuove generazioni, che il sottomarino rosa di Operazione Sottoveste esaurisce la sua spinta.

5,5 (perché c'è Tony Curtis che fa le faccette)

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