venerdì 22 gennaio 2016

CORTI#4 - Scorpio Rising



È difficile approcciarsi a Scorpio Rising di Kenneth Anger, 1963 (o '64 che sia); difficile perché è sempre arduo rapportarsi a opere di straordinaria importanza storica (inteso come storia della cinematografia, ovviamente, ?), difficile perché bisogna confrontarsi con la fama che precede l'opera.




E quindi inizio partendo dalla fine, dicendo che non amo questo tipo di cinema sperimentale e, di conseguenza, non ho particolarmente apprezzato il corto di Anger (che dura comunque 28 minuti e mezzo). Non vi ho trovato spunti tecnici particolari, né teorici, né emozionali. Se dovessi dare un aggettivo, e quindi bollarlo, liquidarlo (ma come si fa?) in breve, direi funzionante: il lavoro che Scorpio Rising fa, per contrapposizione, è pulito e perfettamente adatto per lo scandalo che deve (doveva?) suscitare (affascinante l'utilizzo del Gesù di Cecil DeMille). Certo, è tutto talmente rapido e con un montaggio veloce e ritmato che, come diceva Anger, nulla si vede (ed infatti il regista, al momento dell'uscita e del ritiro dalle sale subito successivo, disse che un battito d'occhi poteva bastare per non notare le scene più crude); lo sguardo coglie poco, insomma, dei temi provocatori (per l'epoca, ovviamente; al giorno d'oggi, privo di metafisica, cosa può ancora provocare?) portati in scena da Anger, l'omosessualità e il nazismo su tutti, perché la rappresentazione manca, nascosta da strati di cultura e sottocultura dell'epoca. E qua e là spuntano James Dean, Marlon Brando, Elvis, i fumetti, come ad identificare gli idoli, come a spiegare la necessità di riferimenti per inquadrare una certa generazione, un insieme di persone. Come non parlare, riferendosi a, con riferimenti a, della colonna sonora: forse la migliore raccolta di hits anni '50 possibile in 28 minuti e mezzo (come sempre Anger si dedica al muto), senza un attimo di tregua, capace di generare nello spettatore una precisa idea del momento storico e delle possibilità di una sottocultura ben precisa, i moto-nazi-gay, il mondo di Scorpio Rising, inteso come film, inteso come personaggio. Sottocultura, si è detto, e cosa significasse nella California di allora, nel mondo di allora, per cui per essere giovani e/o artisti e/o diversi bisognava essere parte di qualcosa, è impossibile (e ci sono trattati e libri e scuole che cercano di) da dire con certezza.




Quindi, dove trovare? Cosa cercare? E mentre stavo per dire meh, ecco l'illuminazione. Una cosa, e obbligatoriamente un film, non può prescindere dalla reputazione che ha e la reputazione non è certo il comparto critico relativo all'opera (Armand Assante, in uno dei suoi film migliori, direbbe cosa conta, nella vita, più della reputazione?), bensì l'insieme di momento e cultura, Momento e Cultura. E la grandezza di Scorpio Rising sta proprio nella sua fama, nella capacità di generare azioni e reazioni, nel trascendere il semplice (?) cinema per portarvi la vita, o presunta tale, ampliando, dando cassa di risonanza a, travolgendo. E se la grandezza sta nella fama, non posso che tornare all'introduzione e ammettere la mia difficoltà. L'inadeguatezza nell'affrontare l'enormità delle possibilità che Scorpio Rising ha creato e nel ridurre tutto a semplice visione; insomma, il cinema inteso come libertà, e quindi sperimentazione, e forse non ho capito un cazzo.

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