martedì 6 ottobre 2015

TELEVISIONE#5 - The Jinx - Miniseries



La prima puntata è, forse, la più debole, forse, ma successivamente si è come risucchiati, coinvolti, distrutti. The Jinx, 2015, Andrew Jarecki alla regia, targa HBO, tutto perfetto, insomma, per quella che è una delle serie più osannate quest'anno dalla critica, dal pubblico, dalla giustizia.




Andrew Jarecki, nel 2010, aveva diretto All good things, un film sul caso Durst, protagonista Ryan Gosling, analizzando il caso ed immaginandone l'evoluzione, senza colpe e, come ci spiega nel corso della prima puntata, facendo in modo che chiunque, leggi Bob, vedendo il film potesse ritrovare se stesso e i propri sentimenti. È proprio Bob a chiamare Andrew, infatti, e a proporre una collaborazione per esporre la propria versione dei fatti, concedendo quell'intervista lungamente attesa dai giornali statunitensi. Nel corso delle prime quattro puntate, Jarecki ricostruisce con tutti i materiali a disposizione la Storia (eh sì, con la S maiuscola) fino al giorno d'oggi; con girato d'archivio, personale di Robert e non, interviste alle persone coinvolte, fotografie e la centrale intervista a Robert stesso, Jarecki dà nuova vita a una storia praticamente chiusa, e la difficile unione di materiali così diversi funziona alla grande, non solo narrativamente ma anche tecnicamente e visivamente. Enorme forza alla narrazione (e mai come per The Jinx, "il potere della narrazione" è stata frase più azzeccata) è donata dalle riprese ex novo che ricostruiscono i fatti: carrellate destra-sinistra e viceversa, dall'alto, color perfetta, insomma, bellissime (e indimenticabili sono la morte di Susan e le impronte dei cani macchiate di sangue).




Gli occhi di Robert, neri, bui, sono la cosa più terrificante apparsa in televisione negli ultimi anni; nel corso dell'intervista, la prima, quella lunghissima, si intravedono dei lampi di lucidità negli occhi di Durst che annichiliscono per intensità, potenza, paura. Il primo errore con il microfono, quello in chiusura alla quarta puntata, è l'antipasto dei due episodi successivi: la scoperta della lettera nella quinta puntata è gestita magistralmente; eccola, finalmente, l'importanza della storia nella Storia, la forza delle idee, la passione di un regista per quello che fa, la fine di un'ossessione. L'ultimo viaggio, i 37 minuti finali, è inquietante; il climax, raggiunto con la consegna della lettera a Bob e i suoi conati di vomito, tristezza, sconfitta, prosegue con lo spegnimento delle luci e what the hell did i do? I killed them all è la fine necessaria, sconquassante, delle menzogne di Robert e della ricerca di Andrew.

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